14 novembre 2011

Andromeda Awakening! di Marco Innocenti


  Il mese scorso Francesco Cordella sul suo blog l'avventura è l'avventura lanciava un appello perché l'esigua comunità italiana giocasse questo gioco, secondo lui vittima della critica un po' troppo bacchettona anglofona, e lo votasse in massa.

  Dopo aver finito di giocare ad Andromeda Awakening! eccomi a voi con le mie impressioni.

 Andomeda Awakening! è il primo lavoro di Marco Innocenti, si tratta di una classica avventura testuale di fantascenza, come facilmente desumibile dal titolo.

  E' una bella sorpresa scoprire un nuovo autore italiano che tra l'altro si cimenta con il suo primo lavoro partecipando addirittura alla competizione straniera più prestigiosa. Ed il gioco, lo dico subito, non è male. Ed io adoro la fantascienza.

  Siamo di fronte ad un'avventura fatta di esplorazione e scoperte, con praticamente nessun personaggio di contorno degno di nota. Siete voi, l'eroe, che trovandosi inghiottito nelle fauci della terra a seguito di un cataclisma, dovrete intraprendere un viaggio underground alla scoperta dei più cupi misteri che si annidano al centro del pianeta, il segreto di una potenza incontrollabile, ed i disegni oscuri di un popolo alieno.

  In un certo senso dissento quindi da Francesco, non ho trovato il lavoro di Marco Innocenti più orientato alla storia che agli enigmi. Non vi è una vera e propria trama che si districa, nessun antagonista nel senso classico del termine, ma invece un viaggio di esplorazione e scoperta ostacolato da alcuni enigmi che ben si sposano con l'ambiente e che si viene chiamati a risolvere per aprire nuove strade di esplorazione. In questo senso Andromeda Awakening è un gioco che più classico e di vecchio stampo non si può, il che a mio parere non è un fatto negativo se non quello del rischio della poca originalità.

  Ma non è il caso di questa avventura che pur non essendo particolarmente originale, ha molti punti a favore a partire dagli eventi, per lo più catastrofici, che si susseguono coinvolgendo e sorprendendo il giocatore, che si trova a viaggiare sempre più verso la soglia della fine del mondo.

  L'ambientazione ricorda diversi romanzi di fantascienza degli anni trenta ed alcuni film degli anni sessanta, da cui senz'altro l'autore trae spunto inconsapevolmente visto che l'avventura non mi sembra faccia chiari riferimenti ad un romanzo in particolare, ma pare prendere elementi un po da qui e da li (perdonate se non faccio dei titoli e non cito i riferimenti precisi, ma non voglio rovinare la sorpresa ai nuovi giocatori).

  Gli enigmi, come detto sono ben congeniati ed inseriti nell'ambientazione, è necessario disegnare una mappa per giocare, come si faceva una volta, ed a parte pochi dettagli la sfida che pone l'autore al giocatore mi sembra abbastanza leale. Se pensiamo che è il primo lavoro di Innocenti, va a suo grandissimo merito, non è facile evitare la tentazione di inserire qualche enigma poco onesto.

  Per quanto riguarda il biglietto del treno che non è piaciuto a Francesco, devo dire che non è piaciuto nemmeno a me, ma non perché il giocatore non avesse i soldi per comprarne uno, ma perché avrei voluto proprio "rubarlo" e non raccoglierlo.
  Sarà la sindrome da vecchia avventura :P

  Veniamo ora alle critiche mosse da Emily Short e contestate da Francesco. Ahime' devo dar ragione alla prima. Marco Innocenti ha la mia più profonda stima, solo pensare di scrivere una avventura in lingua inglese a me farebbe venire il mal di testa, un lavoro immane, degno di lode.

 Purtroppo il modo scelto per scrivere questa avventura è pesante, poco scorrevole, inutilmente pieno di metafore e similitudini, arricchito all'eccesso di aggettivi.
  Se ci aggiungiamo che a scrivere non è un madrelingua ne vien fuori un mezzo disastro. Si ha la chiara sensazione che il testo è pensato in italiano e poi tradotto in inglese con vocabolario alla mano.

  Ritengo che anche in italiano non avrei apprezzato il testo nella sua pienezza.

  Il che è un vero peccato, perché sarebbe bastato snellire (di molto) le descrizioni delle locazioni, ed un poco i testi, perché ne venisse fuori un gioco migliore, meno complicato da portare in inglese, e forse meno soggetto a critiche come quelle mosse da Emily.

  La speranza è che non vi facciate scoraggiare dalla scrittura e che vi concentriate sugli eventi che sono senz'altro il punto di forza del gioco. Ed il gioco merita di esser giocato fino alla fine, perché ha un finale sebbene non originale  molto ben costruito e soddisfacente.

  Spero anche che Marco Innocenti vorrà pubblicare una versione italiana del suo gioco.

  Marco

2 commenti:

Marco Innocenti ha detto...

Ehi!

Grazie per la recensione! E grazie per i complimenti.
Per quanto riguarda il gioco, c'è molto da lavorarci, e snellire la prosa non è l'unico "lavoraccio"... ma sono molto ben disposto. Soprattutto per il fatto che chi non si è lasciato scoraggiare dalla prosa e da qualche enigma oscuro l'ha trovato molto buono.

Sono d'accordo con te per tutto quanto hai detto, eccetto per il discorso del biglietto. Infatti, sebbene nella revisione (il Final Cut che sto rimontando) il biglietto lo si possa forse rubare davvero... resta il fatto che una stazione senza biglietteria è come un cecchino senza occhi.

Rimedierò. A questo punto non mi resta che aspettare le prossime (spero poche) ore per vedere come mi sono piazzato.

Marco ha detto...

Di niente ;)

Complimenti per il rilascio del gioco! E se come mi sembra sei intenzionato a perfezionarlo, penso ne uscirà fuori qualcosa di veramente buono.

Io non mi preoccuperei troppo del "realismo" del gioco, io ho sempre pensato che qualsiasi gioco troppo realistico è noioso. Non ha importanza se non c'è la biglietteria alla stazione (ma potrebbe esserci ed essere chiusa), è importante solo che il giocatore capisca che gli serva il biglietto nuovo, e che comprenda come ottenerlo. E poi conosco decine di stazioni dove le macchinette sono rotte e non c'è modo di fare il biglietto :P

In bocca al lupo...